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MUSEO DEL PARCO
Portofino
Centro Internazionale di Scultura all'Aperto

IL TEMPIO DELL’ UMANITA’
di Lucrezia De Domizio Durini

E’ chiaro che i luoghi naturali costituiscono la base stessa di risorse eterne. Ma è pur vero che l’intervento umano ha la capacità di definire la condizione dello spazio fisico naturale.
Vi è un luogo in Italia, un unicum, oserei dire in Europa e, spingendomi con l’immaginazione, nel mondo, in cui la creatività intuitiva dell’uomo si è servita della mano divina dell’Arte trasformando così l’immobile spazio naturale in uno scrigno di comunicazione attiva, spirituale, eterna.
Eppure questo tesoro di meraviglie inestinguibili è sempre stato lì, sotto i nostri occhi, dove il cielo, la terra, il mare raccontano il mito del sacrale valore della Natura inventata da un Dio o forse da un organismo vitale che domina e governa l’immensità dell’universo.
In questo luogo sublime, un uomo coraggioso, Daniele Crippa, ha adottato l’inafferrabilità della Natura trasformandola in cornice originaria esorcizzata dalla regalità dell’Arte.
Le Sculture che percorrono i tortuosi sentieri verdeggianti dell’incantevole Museo del Parco Centro di Scultura all’aperto di Portofmo, appartengono all’iter storico che, partendo dai primi del novecento, si estendono ai linguaggi contemporanei del Tempo Presente.
Le differenti ricerche, le varie geografie e le distanze generazionali, come per incanto, comunicano tra loro attraverso il rapporto umano vissuto in prima persona dall’ideatore del Parco e posseggono come “matrice comune” quei sacri modi di essere che solo l’Arte e la Natura concatenano in gradi di perfezione, nonostante la varietà delle istanze.
Alcuni storici hanno affermato che la concezione di “spazio” geografico comporta una differenza di funzionamento psicologico. Ma quando si considera come spazio Madre Natura in termini di germinazione speculare, noi sappiano con certezza che le forme dell’Arte acquisiscono un’ulteriore sublimazione spirituale ed un messaggio eterno. La visione delle forme detraggono all’habitat circostante la funzione estetica e si inseriscono in quella zona dell’ecologia della mente quale bene fruttifero dell’umanità.
E’ questo il segreto dell’Arte intesa come forma alternativa dell’esistenza umana. Ma è anche il compito dell’operatore culturale d’interpretare la magia poetica della Scultura e collocarla “nell’alcova” del desiderio come chiave della vita. Come forma di comunicazione sociale.
Stiamo vivendo un momento storico di grande crisi. Una crisi multidimensionale, globale, planetaria che invade tutti i campi della nostra vita e coinvolge tutti gli uomini del pianeta terra. Ma la crisi che stiamo attraversando è principalmente una crisi intellettuale, morale, spirituale.
La crisi è la grande confusione che ci circonda. La distruzione dell’ambiente geografico e umano, la perdita dei valori, la perdita della nostra identità. E’ la sete di potere che corrode la mente degli uomini e fa perdere il senso della vita, della coscienza, dell’amore, della tolleranza, del desiderio. In tale tensione è necessario avere un angolo visuale il più ampio possibile in un contesto dinamico e attivo di trasformazione.
Non dimentichiamo la visione della cultura cinese. I cinesi hanno avuto un senso acuto della storia, pare che siano stati ben consapevoli della connessione profonda tra “crisi” e “mutamento”. La parola che essi usano per crisi (Wei-Ji) è composta da due caratteri Pericolo e Opportunità. Ed è proprio a questa Opportunità che mi appello. Noi abbiamo la grande responsabilità di sottolineare il bene immenso della cultura, di smascherare coloro che depauperano i valori essenziali della vita e nel contempo di sottolineare quei rari uomini che vivono una personale energia creativa costruendo e stimolando eventi, luoghi, nazioni, fatti rivolti alla nutrizione dell’animo umano e alla rinascita sociale.
Non dimentichiamo che solo e soltanto attraverso la cultura è possibile un rinnovamento economico e sociale di un paese civile, a cui segue e si innesta il sistema pedagogico personale ed istituzionale.
In questo crocevia di sentimenti umani, di rapporti sociali, di storie personali, di opportunità, di passione sacra ed inviolata è da collocare l’ideazione e la creazione del PARCO DI SCULTURE di Portofmo.
Da Moore a Fontana, da Ben Vautier a Beuys, da Pistoletto a Cucchi e poi la Cracking art e tanti ancor sensibili artisti... ed altri ancora. ..l’Eco dell’Arte penetra nelle viscere della Natura circostante.
Colloquia con il fruscio del vento baciato dalle cime degli alberi.
Si unisce al mormorio delle onde spumeggianti del mare.
Discute con la terra profumata di acre salsedine.
Si rivolge all’immensità del plumbeo cielo e, partorendo la propria mitologia, spande al mondo la verità eterna: la sacralità dell’Arte.
Nulla è dato al caso.
La Natura è l’Uomo. L’Uomo è la Natura. E... l’Arte è Uomo e Natura.
In questo Teatro architettonico si estende la scenografia del Museo del Parco di
Portofino ove le Sculture vivono uno spazio senza tempo.
Un luogo ove è ancora possibile sentirsi dei veri uomini.
Un “Sito” Naturale che indica il Futuro dell’Arte. Il Futuro dell’umanità.
“La verità è nella realtà e non nei sistemi” (Joseph Beuys)
Lucrezia De Domizio Durini

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Joseph Beyus e Lucrezia De Domizio Durini
alla “Coquille blanche **Pralin Seychelles, Dicembre 1980.
Lavoro sull’habitat delle isole tropicali(**)

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Harold Szeemann e Lucrezia De Domizio Durini. Milano - 1991

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Gino De Dominicis e Lucrezia De Domizio Durini. Parigi - 1984